Cerca nel blog

domenica 18 aprile 2010

Diario della solitudine



Sono seduto su una panchina davanti alla spiaggia, è una bella giornata di sole.La spiaggai, fatta eccezione per qualche coppietta, è stranamente deserta; ecco l’unica nota positiva della giornata: siamo soli io e il mare. Ogni 5 minuti fisso e rifisso il cellulare,in attesa di una chiamata,un messaggio,o chissà una chiamata divina.Solo.Ultimamente succede sempre più spesso.
Dall’mp3 parte Starway to Heaven dei Led Zeppelin,la canzone giusta per questo momento.Forse dovrei smetterla di fare il principe degli incazzati,come il protagonista del Jack Frusciante,probabilmente lo faccio per cercare di essere diverso dagli altri, o magari lo sono veramente.
Nella mia testa pensieri e stati d’animo differenti tra loro cozzano contro.Sono proprio bipolare,come mi disse un giorno un mio amico.Ok,torniamo alla mia panchina,due bambini mi passano davanti,controllo che non mi abbiamo fregato la bici,mentre la sigaretta lentamente mi si consuma tra le dita,la butto e ne sto per accendere un’altra quando l’accendino mi cade per terra.
Mi alzo e mi chino per raccoglierlo e vedo che un’altra mano ha fatto lo stesso per raccoglierlo. In un attimo di secondo la osservo: piccola e minuta,con un piccolo anello e svariati braccialetti.Mi alzo,lascio stare accendino e sigaretta e la vedo.Alta ma non troppo,bionda,occhi azzurri,è vestita in modo semplice,porta una tracolla e stringe tra le mani un libro,Sulla strada riesco a leggere.Mi dice che mi sta osservando da almeno cinque minuti e mi chiede che cosa stessi facendo e a che cosa stessi pensando.E io,sciolto,come non mai,incomincio a parlarle dei miei pensieri,delle mie paure,mentre lei mi ascolta,senza mai ridere o fermarsi alle apparenze.Parliamo di sogni,progetti,musica,addirittura musica e letteratura e letteratura.Passa circa un’ora e non me accorgo neanche.Ad un certo punto mi dice che deve tornare a casa che è in ritardo sennò sua madre l’ammazza.
Mi lascia il suo numero,mi chiede se mi va bene vederci già stasera in piazzetta per finire il discorso,mi dà un bacio sulla guancia e va via.
Sto ancora fissando l’accendino per terra,vicino alla panchina.Lo raccolgo; è pure scarico.Prendo la bici, vi monto e pedalo verso il tramonto, lontano da sogni e illusioni.


Alexander Majakoskij

5 commenti:

  1. Paola Del Tredici

    bel modo d conoscere una persona, bello capire ad uno sguardo d aver incontrato una persona fidata e chissà cos'altro..:)

    RispondiElimina
  2. Greta Grossi

    Devo dirti la verità, questa nota mi ha trasmesso un pò di tristezza, probabilmente perchè sembra una storia a me familiare..è meravigliosa, lo ammetto, ma fa male soffermarsi su qualcosa da cui, da tempo, cerchi di sfuggire..Comunque l'incontro è descritto davvero bene, sembra quasi di vederli..

    RispondiElimina
  3. Davide Diev Lotti

    Anche a me ha trasmesso un po' di tristezza, questo non implica che sia un brutto intervento, anzi.. Mi sono davvero immaginato la scena, anzi ho proprio cercato di viverla. Ad ogni modo penso che certe situazioni siano quasi paradossali, quasi fantastiche. Purtroppo solo in un film accadono queste cose. Parlo per il frutto della mia esperienza. Sarà colpa delle donne, sempre più ambiziose e desiderose, o di noi uomini, sempre più mollaccioni, o di entrambi. Sento la tristezza perchè circostanze come quella non le ho mai vissute.

    RispondiElimina
  4. Lucio Ebbasta

    lascia un caldo vuoto sospeso, l'ultima frase. ed anche un pò di amaro in bocca.
    forse ha ragione davide, forse purtroppo il tempo degli incontri casuali in riva al mare, con persone che si guardano dentro senza passare attraverso una scollatura siano datati e fuori luogo.
    o forse sono ancora più belli e preziosi proprio per questo.

    RispondiElimina
  5. Esprimono apprezzamento:

    Sara Marchini
    Giulia Deborah del Tordello
    Agnese Pascucci

    RispondiElimina