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martedì 30 marzo 2010

Rivincita

Proprio come quel fiume che, là sotto, scorreva imperturbabile e senza sosta, ingenti folle di persone intorno a me si muovevano scoordinate e celeri, apparentemente con l’intenzione di superare e ingoiare il tempo.
Sembravano tutti avere un posto in cui andare, mentre io non ne trovavo nemmeno uno in cui scappare.
Restavo lì, immobile, a provare di ignorare l’assordante e eterno movimento di quel mondo, che con la sua massa mostruosa e i suoi veloci movimenti oscurava la luce di quel sole che, a un’estremità del fiume, prossimo al tramonto, anche lui fuggiva via, chissà dove.
Tra le sfumature rosse e arancione di quel sole enorme, che, non posso negare, colmavano di una timida gioia il mio cuore, già da tempo vuoto, riuscivo a scorgere, con nitida chiarezza, una certa vena di malinconia, come se fosse avvilito che tutti quei goffi umani, che reputavano lecito correre e ammazzarsi per firmare un foglio o comprare qualche cianfrusaglia inutile, non reputassero più lecito fermarsi un momentino a contemplare la bellezza di quei suoi raggi e salutare quel fedele amico che per qualche ora non avremmo più rivisto.
C’è da allarmarsi quando un popolo non trova più alcuna malinconica gioia a guardare il sole spegnersi all’orizzonte.

In quel momento i gracchianti strombazzamenti di un vecchio traghetto mi fecero sobbalzare e i suoi fumi, che distribuiva nell’aria con noncurante indifferenza, quel giorno anticiparono la fine del giorno e il dileguarsi del sole.
A bordo c’erano turisti di ogni sorta, schiavi di flasshanti oggetti e tutti caratterizzati da una sorriso stereotipato che faceva rabbrividire; si sporgevano da quelle barriere, ahimè, troppo alte per far sì che la loro ingordigia pseudo culturale gli attribuisse la fine che meritavano e si impossessavano di immagini che non avrebbero mai compreso.
E proprio mentre stavo maledicendo quel traghetto che sembrava non passare più, vidi nell’estrema poppa del battello una ragazza mora che divorava delicatamente una sigaretta.
Si accontentava di stare nella parte più arretrata della nave, di non partecipare a quella stupida gara tra turisti di chi vede per primo questo o quel monumento, ma anzi, come me, sembrava piuttosto infastidita dalle urla incontrollate di quei pupazzetti viaggiatori; dal canto suo non sembrava nemmeno interessata a contemplare le artificiali meraviglie di questa città, ma il suo sguardo si perdeva nelle scie che quel vecchio traghetto lasciava nell’acqua sporca del fiume.
Era così bella, che non potete immaginare.
Anche il vento feroce sembrava essersi innamorato di lei, tanto che, fattosi stranamente docile, giocava con quei suoi bei capelli e quel cappotto lungo, disegnando coreografie di un’armonia surreale.
Dalla tasca spuntava un libro in vecchio stile di strazianti poesie e da sotto il cappotto spuntavano due modeste cuffie che andavano a consolare le sue desolate orecchie.
Aveva un’aria talmente triste, e ai miei occhi era meravigliosa nella sua malinconica solitudine.
Quel suo viso liscio era attraversato saltuariamente da timide lacrime che tentava di nascondere, che, dopo aver attraversato quegli zigomi cosi meravigliosamente alti scivolavano soavemente su quella mandibola delicata, stavano qualche attimo a baciare quel piccolo mento leggermente pronunciato, e poi si lasciavano cadere, come pioggia nuova, a cui ogni goccia è collegato un ricordo o un’immagine.
Le piu fortunate di quelle lacrime andavano a danzare tra le carnose curve di quelle sue labbra rosse, e quasi evaporavano estasiate dalla bollente sensualità di quella bocca, compiacendosi di una fine così invidiabile.
La guardai fissa negli occhi. Aggrappate a quelle iridi così intense vidi gioie di ogni sorta, amareggiate per quell’ingiusta reclusione, scorsi un mondo talmente colorato che volli sapere tutto di lei, ogni possibile sfumatura di qualsiasi attimo della sua vita passata, e partecipare da protagonista ai momenti che verranno.
Allora raccolsi da dentro il mio corpo tutta quella rabbia, quell’amore e quella voce che da troppo tempo ero costretto a sopprimere, e urlai, ad occhi chiusi:
"Non essere triste amore mio! Non siamo fatti per vivere qua fuori! Ma vieni! Guarda, ti apro il mio cuore! Puoi farne quello che vuoi! Impareremo il vero significato della felicità, quello che nessuno è in grado di insegnare! Da ora in poi la mia vita non potrai che essere tu.
Ti chiederai chi io sia. Beh, non sono altro che tutto l’amore che tu puoi desiderare. Guarda! Tremo!
Comincio a vivere solo ora, al cospetto dei tuoi occhi. Ti amo. E ti amerò per sempre. Per tutti i giorni a venire. Uccidimi d’amore, te ne prego."

E dopo queste parole, che uscirono direttamente dal cuore, il mondo si fermò, sentii immediatamente gli sguardi di quei viscidi animali incravattati che, fermatisi per deridermi, ridevano a crepapelle del mio amore e pronunciavano parole che morirei solo a ripetere.
Mi voltai verso di loro e potei solamente sussurrare tra gli incontenibili singulti:”Perchè mi fate questo?”. Scavalcai la ringhiera e lasciai che il mondo mi condannasse a quella fine a cui da un’intera vita non faceva altro che prepararmi.
Mentre precipitavo, non vidi l’intera mia vita passarmi davanti, ma non sentii nulla, solo una stupida ostinazione da parte del mio corpo alla vita. L’acqua fredda del fiume mi inghiottì in un istante, e rimasi immobile a fare finalmente ancora per pochi attimi quello che ormai facevo da una vita intera: attendere la morte.
Ad un tratto sentii il mio braccio afferrato da una mano piccola e decisa e rimersi dall’acqua. Aprii gli occhi e di fronte a me vidi quegli occhi, che solo poco tempo prima mi avevano trasmesso cosi tanto amore. Aveva i capelli bagnati attaccati maldestramente su tutto il viso e il trucco tutto sbavato. Era allarmante quanto mi sembrasse sempre più bella. Ora le lacrime sgorgavano dai suoi occhi senza paura, ma una nuova luce stava prendendo il sopravvento dalla profondità de i suoi occhi.
Mi guardò profondamente negli occhi e disse:"Non pensavo che avrei rivisto così tanto amore. Ora rivedo la mia vita negli occhi. Ti amo come non potrei amare nient’altro amore mio." E i nostri corpi si fusero insieme in un’esplosione di emozione. Restammo inermi a lasciare che la corrente di quel fiume che ci aveva uniti, ci portasse al cospetto di orizzonti nuovi e felici.
Ero morto.
E vivevo ora il mio meritato paradiso.

Lauro De Bosis

29 commenti:

  1. Ilaria Durazzi

    "Uccidimi d'amore, te ne prego."
    SplendidA frase.

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  2. Leandro Beikes

    chissà quanti sono in grado ancora di stupirsi veramente, di provare quotidianamente emozioni nuove, di rinnovare sempre il significato dell'esistenza propria e altrui, di amare con tale intensità, di colmare le proprie più belle emozioni di sfumature sì vive, entusiaste, luminose, ma anche melanconiche e tragiche... forse è un discorso troppo romantico, ma dubito che valga davvero la pena di spogliarsi di simili emozioni, anche ne sono pressochè sicuro... bell'intervento, davvero!

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  3. Leandro Beikes

    chissà quanti sono in grado ancora di stupirsi veramente, di provare quotidianamente emozioni nuove, di rinnovare sempre il significato dell'esistenza propria e altrui, di amare con tale intensità, di colmare le proprie più belle emozioni di sfumature sì vive, entusiaste, luminose, ma anche melanconiche e tragiche... forse è un discorso troppo romantico, ma dubito che valga davvero la pena di spogliarsi di simili emozioni, anche ne sono pressochè sicuro... bell'intervento, davvero!

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  4. Luisa Boeri

    Mi piace. Forse anche troppo, per una come me. La descrizione della gente sempre di fretta, verso inutili orizzonti.
    La descrizone della sorpresa della nuova emozione, E l'amore che ne deriva. E poi il colpo di scena: La morte. Morte fisica o interiore? Questo si lascia a l'interpretazione che ognuno da. Per è una morte interiore, la consapevolezza che i viscidi animali incravattati non cambieranno, non si commoveranno a quelle parole. La disperazione. E il paradiso idilliaco, che segue la fne della vita. Bellissimo.

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  5. Sara Marchini

    Questa volta vorrei fare solo un 'mi piace', davvero. Non trovo parole valide come quelle che hai usato tu, per commentare. L'amore che, in mezzo alle falsità e alle oscenità della vita quotidiana, trova il proprio posto. Che dolce utopia. Anche la foto comunque fa il suo. Sempre complimenti

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  6. Francesca Iannu

    è così bella questa storia d'amore che infatti non esiste nella realtà...
    coooooomunqueeee
    non so perchè ma leggendo ho immaginato la storia come un manga...cioè il tramonto, il traghetto, i fumi, il vento che le scompiglia i capelli..nella mia immaginazione vedevo tutto sottoforma di cartone animato giapponese...ma non doraemon e pokemon...tipo quelli che vengono trasmessi su mtv...vabbè...volevo renderti partecipe di un mio viaggio, oh ignoto scrittore!! chi è il ragazzo? immaginario,una persona che potresti conoscere o sei tu?

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  7. Luisa Boeri

    Francesca, io penso che il ragazzo si possa impersonare in ognuno dei ragazzi che leggono questa nota. E che con la ragazza sia lo stesso. Bello, il tuo viaggio manga, anche se io l'ho visto come un film.

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  8. Francesca Iannu

    la foto fantastica...sono una delle amanti della fotografia..non la sua consorte..la consorte è qualcuno che davvero se ne capisce e che fa belle foto..io mi diletto..e non sono degna!
    cmq...dopo aver scritto il mio commento ho letto gli altri..e devo dire che sono molto più belli e profondi dei miei...pazienza..

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  9. Sara Marchini

    Non è una gara a chi fa il più bel commento (io per prima non ne sono in grado!) ma un semplice scambio di sguardi e pensieri :)

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  10. Fuori Luogo

    Voglio ringraziarvi ancora, state iniettando sostanza alla mia forma...presto credo che potremo fare di più

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  11. Luisa Boeri

    E di opinioni. E' esprimersi, senza limiti. Ed è bello che siamo tutti diversi ;)

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  12. Francesca Iannu

    sisi lo so...ci mancherebbe...se fosse una gara avrei letto prima i vostri e poi avrei scritto il mio cercando di fare meglio...invece ho dtt la mia opinione...senza farmi influenzare...cmq complimenti...cioè mi piace leggere delle cose che penso ma che io nn riesco a esprimere a parlole..

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  13. Sara Marchini

    Io, se riesco a esprimermi (quel poco che riesco), devo solo ringraziare Fuori Luogo!

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  14. Fuori Luogo

    no dai sara, nn svalutarti così! sembra una di quelle riunioni di alcolisti anonimi che raccontano come hanno ricominciato a vivere, mi ricorda l'inizio di fight club ahahha

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  15. Sara Marchini

    ahahaha ma è vero!! Leggere così tante belle cose, ti spinge anche a cercare di dare il meglio! :)

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  16. Fuori Luogo

    beh, ci stai riuscendo (:

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  17. Francesca Iannu

    fuori luogo...devi scrivere una storia per me...che ho in testa..

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  18. Fuori Luogo

    nn ho mai contemplato l'idea di scrivere su commissione, ma ci penserò

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  19. Francesca Iannu

    beh...consideralo come un favore personale

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  20. Fuori Luogo

    mi pare quasi prostituzione a tratti, però ci penserò davvero

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  21. Francesca Iannu

    contro la prostituzione?

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  22. Fuori Luogo

    nn lo so, qnd si tratta di quella artistica

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  23. Francesca Iannu

    ahah...sarai la mia bocca di rosa allora

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  24. Cloé Tasco

    Stupendo testo.
    Chi lo farebbe?

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  25. Fuori Luogo

    mi chiedo appunto cosa ci impedisce di fare un gesto simile...
    nn è proprio nel carattere dell'uomo...o ci frena solo il giudizio degli uomini incravattati?

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  26. Cloé Tasco

    appartiene al carattere umano, e siamo vincolati dal giudizio degli uomini incravattati, ma in parte credo fondamentalmente da noi stessi.
    rimane costantemente il fatto che ciò non accade, ed è la cosa più triste.

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